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  • La biondina in gondoetaUmberto da Preda
  • Canta: Umberto da Preda
    Autori: Johann Simon Mayr - Anton Maria Lamberti - 1788
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Original


La biondina in gondoeta
l’altra sera gò menà,
dal piasser la povareta
la s’ha in boto indormensà.

La dormiva su ‘sto brasso,
mì ogni tanto la svegiava,
mì ogni tanto la svegiava.

E a barca che ninava
la tornava a indormensar,
e a barca che ninava
la tornava a indormensar.

Contemplando fisso, fisso,
e fatesse del mio ben,
quel visetto cussì slisso,
quea bocca e quel bel sen.

Mi sentiva dentro al petto
una smania, un missiamento,
una smania, un missiamento.

Una specie de contento
che no' so come spiegar,
una specie de contento
che no' so come spiegar.

M''ò stufà, oh finalmente,
de sto tanto so' dormir,
e gò fato da insoente,
no m' 'ò vudo da pentir.

Perchè, Oddio, che bee cose
ghe go dito e ghe go fato,
ghe go dito e ghe go fato.

No, mai più tanto beato
ai me zorni no so stà.
No, mai più tanto beato
ai me zorni no so stà.

La la la la la........

Italiano

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La biondina in gondoletta
l’altra sera ho portato,
dal piacere la poveretta
si è subito addormentata.

Lei dormiva su questo braccio,
io ogni tanto la svegliavo,
io ogni tanto la svegliavo.

Con la barca che ninnava
lei tornava ad addormentarsi,
con la barca che ninnava
lei tornava ad addormentarsi.

Contemplando fisso, fisso,
le fattezze del mio bene,
quel visetto così liscio,
quella bocca e quel bel seno.

Io sentivo dentro al petto
una smania, una agitazione,
una smania, una agitazione.

Una specie di sentimento
che non so come spiegare,
una specie di sentimento
che non so come spiegare.

Mi sono stancato, oh finalmente,
di questo tanto solo dormire,
ed ho agito da insolente,
non ho avuto da pentirmi.

Perchè, Dio, che belle cose
che ho detto e che ho fatto,
che ho detto e che ho fatto.

No, mai più tanto beato
fino al giorno d'oggi sono stato.
No, mai più tanto beato
fino al giorno d'oggi sono stato.

La la la la la........

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L'autore Anton Maria Lamberti scrisse questa canzone in onore, se così si può dire, della nobildonna veneziana Marina Querini Benzon, nota per la sua esuberanza e la sua coscia lesta. È lei la biondina che s’addormenta in gondola lasciando che Lamberti dapprima la contemplasse e poi passasse ai fatti, cosa della quale lui non se ne è mai pentito. Quando arrivarono e Venezia le truppe napoleoniche, donna Marina, come previsto, si dichiarò subito giacobina. Una sera, a un ballo in onore degli occupanti francesi, ruzzolò in terra, finendo a gambe levate e dando mostra, non indossando biancheria intima, delle sue così dette parti vergognose.

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