- I Pompieri di ViggiùClara Jaione
- Canta: Clara Jaione
Autori: A. Fragna - N. Rastelli - 1948
Original
Per volere del Visconte
su parere del Barone,
han formato la sezione
dei Pompieri di Viggiù.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Ed a spese del Marchese
han comprato le divise
con feluche a larghe tese
e pennacchi rossi e blu.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Indi, a scopo addestrativo,
il paese hanno incendiato
e il reparto s'è schierato
e ha gridato "Ip Ip Hurrà".
Viva quà, Viva là,
viva su, evviva giù.
Viva i Pompieri di Viggiù
che quando passano
i cuori infiammano.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei Pompieri di Viggiù.
Affrontarono l'incendio
con le pompe verso sera,
però l'acqua, ahimè, non c'era
per potere funzionar.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Però, il Capo ebbe un'idea
veramente peregrina,
caricò con la benzina
tutti quanti gli estintor.
Pompa qua, pompa là,
pompa su e pompa giù.
Ed in meno d'un secondo
nel villaggio già bruciato
tutto in fumo se n'è andato
il plotone dei Pompier.
Viva quà, Viva là,
viva su, evviva giù.
Viva i Pompieri di Viggiù
che quando passano
i cuori infiammano.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei pompieri di Viggiù.
Viva i pennacchi rossi e blu.
Viva le pompe
dei pompieri di Viggiù!
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A Viggiù, una cittadina del varesotto, esiste un simpatico gruppo privato di
vigili del fuoco. Questi ritengono la canzonetta "I pompieri di Viggiù", di gran
successo all'epoca, offensiva per il loro glorioso corpo, tant'è che non
gradiscono neppure essere chiamati "pompieri", bensì "vigili". Decidono così di
recarsi a Milano per interrompere d'autorità la rivista omonima. Inoltre il
comandante intende convincere sua figlia Fiamma, che recita nella stessa rivista,
ad abbandonare il mondo del teatro e a tornare in famiglia a Viggiù. I vigili
del fuoco si spostano ben volentieri, col motivo non dichiarato di poter
assistere alla rivista e soprattutto di poter ammirare le belle donne, occasione
generalmente negata ai residenti di piccole località di provincia. Il film è il
pretesto per una lunga sequenza di spettacolari numeri di teatro di rivista;
comunque l'esile intreccio si scioglie nel migliore dei modi: i vigili del fuoco,
entusiasmati dal magico mondo del teatro, rinunciano ai loro propositi e Fiamma
continua la sua brillante carriera con il consenso del padre
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Curiosità: I Pompieri di Viggiù e altro
Si deve risalire al 1881, perché si prospetti l'idea di formare un gruppo
volontario per un corpo di pompieri Croce Verde ed assistenza a Viggiù.
Sino ad allora, per dare l'allarme allorché una canna fumaria, una cascina o un
bosco si fosse incendiato si usavano le campane a martello, e coloro che
volevano, intervenivano in aiuto.
(I famosi 'Pompieri di Viggiù' in una
vecchia cartolina d'epoca)
Non appena fu possibile, con la sovvenzione dei privati e dei stessi volontari,
si acquistò una pompa manuale; gli idranti erano in numero esiguo e si doveva
utilizzare l'acqua dei pozzi, di cui Viggiù era molto ben fornita.
Il 15 dicembre 1910, l'assemblea del Corpo Volontario deliberò di darsi un
regolamento, che fu poi approvato dal consiglio comunale il 2 marzo 1912 e dalla
giunta Provinciale Amministrativa di Como il 10 aprile 1912.
(I famosi 'Pompieri di Viggiù' in un'altra
vecchia cartolina d'epoca)
Nel Corpo dei Pompieri si verificarono molte controversie dovute al cambio dei
presidenti o dei reggenti ma, non si giunse mai al suo scioglimento, anzi, negli
anni dal 1928 al 1932 i volontari stessi pagavano una quota per far parte del
Corpo Pompieristico e partecipare all'istruzione.
Il Corpo Pompieri e Croce Verde di Viggiù partecipava, tra l'altro, a concorsi,
raduni e competizioni con altri corpi pompieristici, medaglie, premi e diplomi
restano a testimonianza di queste manifestazioni.
Le prime divise furono acquistate dai pompieri del gruppo di Milano, gli
attrezzi furono forniti dall'Amministrazione Comunale di Viggiù; le
esercitazioni si svolgevano nel cortile delle scuole di via Roma, dove era
l'autorimessa dei pompieri e della Croce Verde.
I volontari erano reperibili al 90% in quanto la maggior parte di essi era
dedita alla lavorazione di pietre e marmi presso i laboratori del paese; per
avvertirli in caso d'incendio, oltre ad usare le campane a martello, nel 1928,
c'era un incaricato che girava il paese in bicicletta suonando una tromba di
richiamo.
Nel 1935 si installò un allarme a sirena sul tetto delle scuole comunali.
(Medaglia ricordo con stemma dei Pompieri di
Viggiù - anno 1912 - [Foto di S. Taglialatela])
Nel 1939, secondo una disposizione governativa, i pompieri di Viggiù furono
incorporati all'Ottantottesimo Corpo dei Vigili del Fuoco di Varese e si lasciò
a Viggiù un distaccamento che non era più di tipo volontario.
Il distaccamento di Viggiù fu sciolto nel 1962 e l'Ottantottesimo Vigili del
Fuoco di Varese ne incamerò tutto il materiale e le attrezzature.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, si trovava sfollato a Viggiù, il maestro
Fragna che, avendo sentito parlare dei Pompieri di Viggiù compose e musicò la
famosa canzone.
Per i viggiutesi, che amavano tanto i volontari, e per i volontari stessi, fu un
grosso dispiacere sentirsi messi alla berlina, ma fu giocoforza arrendersi all'evidenza
ed al successo che ottenne la canzone. E, dopo tanti anni, si può affermare che
anche questo gioioso motivetto ha contribuito alla divulgazione del nome di
Viggiù in tutta Europa.
Il 31 maggio 2003, per dar lustro alla memoria degli amati Pompieri, si è svolto
a Viggiù un grande raduno nazionale pompieristico che ha visto la partecipazione
di numerosi corpi dei Vigili del Fuoco.
(Copertina del libro 'Viva i Pompieri di
Viggiù' di GiamPiero Gattoni e Francesco Rizzi pubblicato in occasione del
raduno nazionale del 2003)
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