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  • Il naufragio del SirioFrancesco de Gregori
  • Canta: Francesco de Gregori & Giovanna Marini
    Autore: Francesco de Gregori - 1972
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Original


E da Genova
in Sirio partivano
per l’America a varcare,
varcare i confin.

Ed a bordo
cantar si sentivano,
tutti allegri del suo,
del suo destin.

Urtò il Sirio
un orribile scoglio.
Di tanta gente la misera,
la misera fin.

Padri e madri
bracciava i suoi figli
che si sparivano tra le onde,
tra le onde del mar.

E fra loro
un vescovo c’era,
dando a tutti
la sua benedizion.

E fra loro lerì
un vescovo c’era lerà,
dando a tutti lerì
la sua benedizion!

Il 4 di agosto del 1906, la nave italiana “Sirio”, in viaggio da Gênova per il Brasile e per la Repubblica di Prata, naufragò nelle coste della Spagna, vicino alle isole Formiga e a Cabo Palos. Tranportava 1700 passeggeri, tra cui 700 emigranti italiani (soprattutto Veneti e Trentini) diretti in Brasile, Argentina e Uruguai. Di loro, 300 morirono all'istante e 200 furono dati per dispersi. Quelli che si salvarono, perdendo tutti i propri miseri averi, furono ospitati dalle popolazioni di Cabo Palos, Cartagena e Alicante. Tra i passeggeri morirono anche Monsignor José Camargo de Barros, Vescovo di São Paulo, il Priore dell'Ordine dei Benedettini di Londra, otto missionari che si recavano in Brasile ed il Console dell'Austria di Rio de Janeiro, Leopoldo Politzer. Il comandante del “Sirio” fu arrestato a Cartagena, responsabilizzato per il sinistro in quanto, per guadagnare di più, faceva imbarcare emigranti clandestini nelle coste della Spagna avvicinandosi troppo agli scogli. Tutti noi siamo figli della tragedia che fu l'emigrazione in massa iniziata verso la fine dell'anno 1875.

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