Original
Gastone, artista cinematrografico,
artista del Varieté, Danzeur, Disseur,
frequentatore dei Bal-Tabarins,
conquistatore di donne a getto continuo,
uomo che emana fascino.
È una satira efferata al bell'attore
fotogienico, affranto, compunto, vuoto,
senza orrore di se stesso.
Gastone, sei del cinema il padrone!
Gastone! Gastone!
Gastone, ho le donne a profusione
e ne faccio collezione.
Gastone! Gastone!
Sono sempre ricercato
per le firme più bislacche
perché sono ben calzato,
perché porto bene il fracche
con la riga al pantalone.
Gastone! Gastone!
Tante mi ripeton: Sei elegante!
Bello, non ho niente nel cervello!
Raro, io mi faccio pagar caro,
specialmente alla pensione!
Gastone! Gastone!
Io sono un creatore, un inventore,
vengo da una famiglia di inventori, di creatori.
Mia sorella, Lina, è una creatrice,
tutti lo sanno....Creolina.
Mio padre ha inventato
la macchina per tagliare il burro,
un pezzettino di legno
con un fil di fero.
Mia madre studiava economia,
aveva il senso del calcolo
sviluppato fino alla genialità.
Figuratevi! Io mi chiamo Gastone,
lei mi chiamava "Tone".
"Tone", per risparmiare il "Gas".
A me mi ha rovinato la guerra.
Se non c'era la guerra,
a quest'ora stavo a Londra.
I londrini vanno pazzi per me,
io sono molto ricercato nel parlare,
nel vestire, ricercato dalla questura.
Sono un grande musicista,
canto, ballo, trasporto.
Gondrand mi voleva!
Come musicista dovevo andare a Londra,
dovevo musicare l'orario delle ferrovie.
E poi sono grande nella dizione,
sono il fine dicitore,
il cantante aristocratico.
Adesso vi faccio sentire
tutto il succo del mio ingegno
con un saggio della mia dizione.
Io sono, come vi ho detto, il fine dicitore
e tutto ciò che dico, è veramente profondo.
Io non ci tengo, né ci tesi mai,
però fate attenzione a questo mio soliloquio
così denso di pensiero.
Non fermarsi alla superficie,
ascoltare bene quello che c'è dentro,
quello che c'è sotto.
È il mio motto:
Sempre più dentro, sempre più sotto!
Se l'ipotefosi del sentimento personale,
prostergando i prologomeni della sub-coscienza,
fosse capace di reintegrare il proprio subietivismo
alla genesi delle concominanze, allora io rappresenterei
l'auto-frasi della sintomatica contemporanea,
che non sarebbe altro che
la trasmificazione esopolomaniaca.
Eh, eh eh, eh, eh!
Che ve ne pare, eh? Che bel talento!
Ma io non ci tengo, né ci tesi mai.
Io sono molto ricercato anche perché
porto molto bene il fracche,
e quando porto il fracche, ovunque io vado,
porto quell'onda di signorilità
che manca agli altri comici del varietà.
Io sono nato col fracche,
anzi, quando sono nato,
mia madre, mica mi ha messo le fasce,
macché, un fracchettino!
Camminavo per casa, sembravo una cornacchia!
Gastone, sei davvero un bell'Adone!
Gastone! Gastone!
Gastone, con un guanto a pendolone,
vado sempre a pecorone.
Gastone! Gastone!
Ogni cuor si accende e arde
perché c'ho gli occhioni belli,
le basette a la Bonnard
ed i gesti alla Borelli.
Misterioso come Ghione.
Gastone! Gastone!
Bice, solo lei mi fa felice!
Gemma, ama solo la mia flemma!
Rina, lei per me la cocaina
se la prende a colazione
pensando a Gastone.
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