Original A morte la Casa Savoia Bagnata da un'onda di sangue Si sveglia il popol che langue Si sveglia il popol che langue O ladri del nostro sudore Nel mondo siam tutti fratelli Noi siamo le schiere ribelli Sorgiamo che giunta è la fin A morte il re e principi A morte il re e principi! |
A morte la Casa Savoia, o Abbasso la Casa Savoia, è un canto antimonarchico di autore anonimo che, intonato sull'aria del canto anarchico Noi siam la canaglia pezzente, ebbe vasta diffusione nell'Italia centrale dal 1944, cantata in particolare dai soldati della Divisione Friuli a Brisighella e da quelli della 21ª Brigata Garibaldi "Spartaco Lavagnini". Secondo varie testimonianze fu intonata anche dai volontari della Divisione Cremona durante una visita di Umberto di Savoia.
La casa Savoia è una tra le più antiche dinastie d'Europa, attestata sin
dalla fine del X secolo nel territorio del Regno di Borgogna. Nel secolo
successivo la famiglia venne infeudata della Contea di Savoia, elevata poi a
ducato nel XV secolo. Nello stesso secolo, tramite il matrimonio di Ludovico di
Savoia con Anna di Cipro, la casata ottenne la corona titolare dei regni
crociati di Cipro, Gerusalemme e Armenia.
Nel XVI secolo circa spostò i suoi interessi territoriali ed economici dalle
regioni alpine verso la penisola italiana (come testimoniato dallo spostamento
della capitale del ducato da Chambéry a Torino nel 1563). Agli inizi del XVIII
secolo, a conclusione della guerra di successione spagnola, ottenne l'effettiva
dignità regia, dapprima sul Regno di Sicilia (1713) e poi scambiato alcuni anni
dopo (1720) con quello di Sardegna. Secondo la successione giacobita, nel 1807
re Carlo Emanuele IV di Savoia ereditò dall'ultimo principe Stuart, il cardinale
Enrico Benedetto Stuart, anche i diritti di pretensione ai troni di Inghilterra,
Scozia e Irlanda, oltre che di Francia, ma nessun sovrano sabaudo fece uso dei
titoli finché restarono nella Casa.
Nel XIX secolo, con Carlo Alberto e soprattutto Vittorio Emanuele II di Savoia,
si pose a capo del movimento di unificazione nazionale italiano, che condusse
alla proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861. Da questa data e fino al
giugno del 1946, quando il referendum sulla forma istituzionale dello Stato
sancì l'abolizione della monarchia in favore della repubblica, fu la Real Casa
d'Italia. Al di fuori della penisola italiana, il duca Amedeo di Savoia-Aosta fu
inoltre re di Spagna dal 1870 al 1873, con il nome di Amedeo I di Spagna.
Durante il regime totalitario di Benito Mussolini, la dinastia ottenne
formalmente con Vittorio Emanuele III le corone di Etiopia (1936) e di Albania
(1939) in unione personale, mentre nel 1941, col duca Aimone di Savoia-Aosta,
anche la corona di Croazia. Questi ultimi titoli cessarono tuttavia
definitivamente nel 1945, con l'assetto internazionale seguito alla fine della
seconda guerra mondiale.
Nel 1947, la XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione della
Repubblica Italiana dispose l'esilio degli ex re e dei loro discendenti
maschi. Nel 2002, in vista della cancellazione della XIII disposizione,
Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia giurarono
per iscritto «fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro presidente
della Repubblica». Nel 2003 i discendenti di casa Savoia poterono rientrare
in Italia.